
Barry, il San Bernardo che salvò oltre 40 viaggiatori dispersi nelle Alpi svizzere
Barry fu un cane straordinario, addestrato dal Padre Louis, che intuì subito le sue doti fuori dal comune per il soccorso. Il nome “Barry”, che significa “orsacchiotto” nel dialetto bernese, era perfetto per descriverlo: pesava tra i 40 e i 45 chili, era più piccolo degli attuali San Bernardo, ma dotato di grande coraggio, intelligenza e un istinto eccezionale.
Durante i suoi 12 anni di servizio all’ospizio del Gran San Bernardo, Barry salvò oltre 40 persone, molte delle quali rischiavano di morire assiderate o travolte dalla neve. Non temeva le valanghe e conosceva ogni sentiero delle montagne. Era sempre vigile, instancabile nella ricerca di chi era in pericolo, diventando un vero simbolo di dedizione e altruismo.
Uno degli episodi più noti riguarda il salvataggio di un bambino smarrito e congelato in una grotta di ghiaccio. Barry lo trovò, lo leccò per riscaldarlo con il suo corpo e lo trasportò sul dorso fino all’ospizio, dove i monaci riuscirono a salvarlo. Questo gesto divenne una leggenda, emblema dell’amore e della dedizione di Barry verso gli esseri umani.
Contrariamente alle leggende secondo cui morì durante un salvataggio, Barry visse fino a 14 anni. Trascorse i suoi ultimi anni in pace a Berna, dove morì nel 1814. Il suo corpo imbalsamato è oggi esposto al Museo di Storia Naturale di Berna. Un monumento a lui dedicato si trova anche a Parigi, con una targa che recita: “Il sauva la vie à 40 personnes. Il fut tué par le 41ème” – frase simbolica che sottolinea l’eroismo del cane, anche se non corrisponde alla realtà storica. Barry rimane una figura leggendaria, il cui spirito continua a vivere attraverso la razza dei San Bernardo e la Fondazione Barry, che ancora oggi si dedica all’addestramento di questi cani per attività benefiche.
Fonte Web