Problemi alle articolazioni

Le articolazioni dei nostri amici a quattro zampe sono il motore della loro agilità. Purtroppo però dolori alle articolazioni, problemi ortopedici di sviluppo e l’osteoartrite sono affezioni sempre più presenti nei nostri animali, non solo in quelli anziani, ma anche quelli più giovani ne sono colpiti sempre di più.

Alcuni disturbi come artrite e artrosi possono ridurre la capacità del cane e del gatto di correre, giocare e persino camminare, condannandoli ai dolori articolari. A volte il dolore a un’articolazione diventa così forte che la vita dell’animale può cambiare. Muta il suo stile di vita e di conseguenza cambiano anche le aspettative nei suoi confronti.

Per quale ragione gli animali domestici hanno sempre più dolori articolari ? In realtà esistono varie fattori che possono contribuire allo sviluppo di disturbi all’apparato motorio, tuttavia una dieta squilibrata è spesso la causa principale per la quale si formano delle tossine nelle articolazioni (1).

Le articolazioni del corpo dei cani e dei gatti sono composte da tessuti connettivi morbidi e cartilagine. Il loro ruolo è quello di ammortizzare le ossa in modo da consentire un movimento normale.

La cartilagine delle articolazioni è tra i tessuti più importanti e più sensibili di cani e gatti. Svolge quotidianamente un lavoro meccanico pesante e necessita di un apporto ottimale di sostanze importanti per la sua costruzione. La cartilagine non viene alimentata direttamente attraverso i vasi sanguigni, bensì per diffusione, perché se i vasi sanguigni fossero in questa zona, si avrebbe una loro compressione a ogni movimento.

L’apporto di sostanze nutritive alla cartilagine avviene per altre vie, ovvero attraverso il movimento delle articolazioni. A ogni movimento viene pressato dentro la fessura delle articolazioni del liquido sinoviale fresco e ricco di sostanze nutritive. Affinché il liquido sinoviale possa funzionare correttamente, la sua composizione deve essere ottimale, cioè il metabolismo deve essere intatto. Per questo motivo è così importante che l’alimentazione dell’animale domestico sia sana, equilibrata e appropriata.

Artrite o Artrosi 

Spesso si tende a uguagliare l’artrite con l’artrosi, invece sono due disturbi distinti e diversi. L’artrite si riferisce ad un’infiammazione delle articolazioni. Si manifesta soprattutto con un forte dolore, accompagnato spesso da gonfiore, arrossamento e rigidità della zona.

Al contrario, l’artrosi è una malattia degenerativa, che comporta l’usura delle cartilagini articolari, che si consumano sempre di più, finché non rimane che l’osso. È così che le due estremità ossee che compongono l’articolazione cominciano a sfregare tra loro, causando dolore, rigidità e zoppie.

Nonostante i due problemi siano nella maggior parte dei casi contemporanei, spesso negli animali domestici si parla più frequentemente di artrite. E può capitare che un’infiammazione a lungo termine si trasformi in una degenerazione dell’articolazione. Possono anche manifestarsi simultaneamente entrambi i problemi, per cui nella maggior parte dei casi l’artrosi viene semplicemente definita osteoartrite. Altri problemi articolari, come la displasia dell’anca, possono indurre all’artrite.

Come Riconoscere i Sintomi

I segnali che indicano un problema alle articolazioni sono: l’animale zoppica, cammina barcollando, l’andatura è rigida e difficoltosa, non ha voglia di camminare, correre e giocare, si rifiuta di salire e scendere le scale, si alza con difficoltà dopo aver dormito, le articolazioni sembrano gonfie e calde, si isola e non vuole farsi toccare, se gli viene toccata la zampa, si lamenta o diventa aggressivo, il gatto non copre più i suoi bisogni nella lettiera.

Quali possono essere le Cause

Esistono quattro fattori per cui l’animale domestico sviluppa problemi alle articolazioni:

  •  ♦ alimentazione
  • ♦ peso corporeo
  • ♦ sedentarietà
  • ♦ traumi o contusioni

Altri motivi sono le infezioni batteriche nelle articolazioni che possono causare degenerazioni, nonché infezioni delle tibie che si diffondono alle articolazioni, e malattie autoimmuni in cui il corpo dell’animale attacca le proprie articolazioni.

Alimentazione e Prevenzione

gatto e cane che mangiano

Il cibo che il cane e il gatto mangiano gioca un ruolo fondamentale nella loro salute generale e nel loro benessere. Un’alimentazione equilibrata è una parte essenziale di uno stile di vita attivo e sano.

I giovani cani e gatti assumono spesso troppe calorie in seguito al consumo di cibi con un elevato contenuto di cereali. L’energia portata dai carboidrati nei cereali è immediatamente disponibile, in questo modo i cuccioli crescono troppo in fretta, inducendo così un deficit della cartilagine. Inoltre con l’aumento del peso corporeo gli animali hanno sempre più problemi di diabete e problemi agli organi interni. Agire subito modificando le abitudini alimentari con del cibo fresco, senza additivi e conservanti è il modo migliore per preservare la salute delle articolazioni dell’animale domestico.

Per quale motivo gli animali diventano obesi? Oltre a mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati come grano e riso, ad avere una dieta priva di sostanze nutritive, anche la sedentarietà contribuisce a stressare le articolazioni e le cartilagini.

Movimento e Prevenzione 

L’attività fisica è un vero bisogno per cani e gatti. Ogni animale domestico ha necessità di fare esercizio regolarmente ogni giorno, per mantenersi in forma e in salute. Infatti loro si sono sviluppati per correre e saltare, salire e inseguire, se non hanno l’opportunità di farlo possono incorrere in problemi ossei e articolari e persino problemi comportamentali.

La cartilagine delle articolazioni, se non viene stimolata a sufficienza, diventa più sottile. Nei cani e gatti, non solo in quelli giovani ma anche in quelli anziani, se non vi è abbastanza movimento le articolazioni subiscono una deformazione e nella cartilagine si formano fori e strappi. Portare il proprio cane a fare più di una camminata ogni giorno può essere impegnativo, soprattutto per chi lavora. Ma fare il guerriero di fine settimana, facendolo stancare troppo, non è utile, anzi può rendere le cose peggiori, esponendo l’animale a un potenziale rischio.

Attraverso alcune misure di senso comune nei settori della nutrizione, dell’esercizio fisico e della prevenzione delle lesioni è possibile ridurre al minimo le modifiche articolari degenerative dell’animale domestico e aiutarlo ad avere una vita lunga, sana, felice e attiva.

Rimedi Naturali per Contrastare i Dolori Articolari

cane che salta e corre

Quando l’animale domestico ha dolori anche la natura con i suoi rimedi può venire in aiuto per ridurre il male e l’infiammazione.

Radice di Rehmania: è utile per i dolori articolari, grazie alla sua proprietà antinfiammatoria. Nella Medicina Tradizionale Cinese, la rehmannia viene utilizzata in una grande varietà di casi. Il suo principio attivo, il Catalpol, viene usato per migliorare le funzioni cognitive e i disturbi gastrointestinali (2) (3).

Radice di Bupleurum: citata negli studi clinici come erba che agisce sul fegato per aumentare la sintesi proteica, la Bupleurum riduce l’infiammazione (4), inibendo la produzione di prostaglandine. Quando la produzione delle prostaglandine è inibita, i dolori svaniscono velocemente.

Radice di Sasapariglia: i nativi Americani hanno utilizzato la Salsapariglia per secoli per i reumatismi, come purificatore del sangue e come tonico poiché migliora la capacità di resistenza e l’energia. Antibatterica e antinfiammatoria (5)quest’erba tonica può aiutare a risolvere i diffusi problemi di reumatismi nei gatti e cani.

Radice di Zenzero: lo zenzero ha effetti antinfiammatori nell’artrite reumatoide inibendo sia la cicloossigenasi (COX) che la lipossigenasi (LOX), in un modo naturale che non stravolge la funzione digestiva (6).

MSM (metilsulfonilmetano): è uno dei più importanti legami sulfurei naturali. Senza zolfo l’organismo non è in grado di produrre proteine di importanza vitale. Lo zolfo è un componente di determinati aminoacidi che prendono parte alla costruzione dei tessuti connettivi, muscolari e della cartilagine. Si è costatato che nei pazienti artritici il contenuto di zolfo nelle giunture è fortemente ridotto.

Riferimenti:

  • (1) Jutta Ziegler, Il manuale completo della salute del cane e del gatto
  • (2) http://medicinalherbals.net/rehmannia-glutinosa-root/
  • (3) http://www.chineseherbshealing.com/rehmannia-root/
  • (4) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4165614/
  • (5) https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=SALSAPARIGLIA
  • (6) Ginger, in Principal and Practice of Phytotherapy

FITOPET.COM

Qual è il più grande animale terrestre dell’Antartide?

di
AURELIO SANGUINETTI

Quando pensiamo all’Antartide di solito ci vengono in mente immagini di scenari innevati e di montagne ghiacciate, un vero e proprio deserto imbiancato in cui sono pochissime le specie in grado di sopravvivere. Per quanto ostile e freddo, il polo sud non è però un luogo privo di vita. Sopra la sua superficie prosperano alcune specie, anche se in passato – quando il clima era caldo e il continente libero dai ghiacci – essi erano molto di più.

Oggi sono soprattutto i mammiferi marini e gli uccelli a sopravvivere e quando ci riferiamo alla tipica fauna dell’Antartide spesso sono i pinguini i primi animali a venirci in mente. Tuttavia, se ci si riflette un po’, queste specie non sono propriamente terrestri e non sono neppure tipici dell’Antartide.

I pinguini infatti passano la maggior parte del tempo nell’Oceano, a rimpinzarsi di pesci, e giungono in Antartide nuotando dopo varie settimane, con l’unico compito di riprodursi e deporre le uova. Esistono inoltre delle specie che si possono trovare anche in Sudafrica o al largo delle coste del Sudamerica, dove in genere i pinguini passano buona parte dei mesi invernali a svernare (con l’unica eccezione del Pinguino imperatore).  Le foche e le orche, dal canto loro, seguono questi uccelli per dargli la caccia e sono anch’essi degli animali marini, che non riuscirebbero mai a spingersi oltre le banchine di ghiaccio. Infine, gli esseri umani e i cani da slitta, per quanto siano terrestri, sono solo ospiti temporanei e senza le moderne tecnologie non sarebbero in grado di sopravvivere a lungo in questo passaggio inospitale.

Decretare quale sia quindi l’animale terrestre più grande dell’Antartide è estremamente difficile, visto che questo territorio non sembra disporre di molti animali stanziali in grado di passarci tutto l’anno. Nell’ultimo secolo, tuttavia, gli zoologi sono riusciti a identificare una specie terrestre dotata di queste caratteristiche. Un animale in grado di nascere, crescere, nutrirsi e riprodursi esclusivamente in Antartide e la cui sopravvivenza è legata alla stessa conservazione del ghiaccio e ai cicli biologici delle altre specie. Stiamo parlando della Belgica antarctica, l’animale terrestre più grande del Polo sud.

L’animale più grande è un moscerino

Due esemplari di Belgica antartica in accoppiamento

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Permessi retribuiti per la cura di animali domestici: esistono in Italia?

In un mondo in cui gli animali domestici sono diventati parte integrante delle nostre vite, è importante capire quali siano i diritti dei loro proprietari in caso di emergenze o situazioni delicate. Tra esperienze di vita reale, come il caso di una signora italiana e le innovative politiche delle aziende americane, scopriamo a che punto è l’Italia nel riconoscere il valore del legame tra esseri umani e animali, e cosa resta da faredi 

Pietro Santini

In Italia ci sono più di 65 milioni di animali domestici, di cui 10 milioni di gatti e 9 milioni di cani. Il calo delle natalità che caratterizza il nostro Paese è inversamente proporzionale all’aumento del numero di pet, ormai considerati parte integrante della famiglia.

Anche la spesa pro capite per i propri animali aumenta di anno in anno e supera i 1000 euro, tra prodotti per l’alimentazione e per la cura, giochi, accessori, spese veterinarie e formazione. Eppure, in uno scenario di questo tipo, in cui cani e gatti ricoprono un ruolo centrale, ci troviamo ad affrontare un buco legislativo che non permette ai pet owner di poter richiedere permessi retribuiti per la cura di animali domestici in caso di bisogno. O forse sì?

Permesso per portare il cane dal veterinario

I dipendenti pubblici o privati in Italia hanno il diritto di assentarsi dal lavoro senza rinunciare alla retribuzione in caso di gravi problemi familiari, lutto, visite mediche, concorsi ed esami, oltre ad altri casi speciali, normati dalla già nota legge 104.

La stessa prerogativa, però, non viene riconosciuta ai proprietari di animali domestici che, in caso di necessità, possono prendere una pausa dagli obblighi lavorativi per assistere i propri pet ma non hanno accesso al permesso retribuito.

Una proposta di legge del 2008 prevede di estendere questo diritto anche ai proprietari di animali domestici, ma non è mai stata approvata. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla ci ha provato nel 2022, ma i suoi tentativi non hanno avuto successo. Il gap nella legge italiana è presente e, soprattutto oggi che i pet sono diventati “i nuovi figli”, risulta più che mai evidente.

Se da un lato fornire assistenza al proprio cane non è considerato un motivo valido per assentarsi dal lavoro, o per lo meno non si ha la garanzia di percepire comunque lo stipendio durante il periodo di assenza, dall’altro lato per la legge italiana è ben chiaro il fatto che, chi non presta le cure agli animali è passibile di un’ammenda che va da 1.000 a 10.000 euro e rischia fino ad un anno di reclusione, dato che il maltrattamento di animali è (giustamente) considerato un reato penale.

In aiuto dei proprietari di animali domestici arriva però un caso importante, un precedente in cui la Corte di Cassazione conferisce a sorpresa il diritto di ottenere un permesso retribuito per portare il cane dal veterinario a una signora che lottava contro il tempo (e contro il datore di lavoro). 

In questo caso è servito l’intervento dei legali della LAV (Lega Anti Vivisezione) per dimostrare che la donna non disponeva di nessun altro aiuto per assistere il proprio quattrozampe, poi operato d’urgenza, e che allo stesso tempo sarebbe incappata nel reato di maltrattamento di animali qualora non avesse assistito il pet in un momento di emergenza.

Questa situazione crea per fortuna un precedente che può essere ripreso per esercitare un proprio diritto, sebbene sia necessario dimostrare la gravità della situazione e il fatto di non disporre di altre soluzioni. Si tratta però di un notevole passo in avanti che permette di garantire il benessere degli animali da compagnia e di non privare i proprietari di diritti che al giorno d’oggi dovrebbero essere considerati basilari, come è già in altri Paesi del mondo.

Cos’è la Pawternity leave: il benefit americano per chi adotta un nuovo animale domestico

L’arrivo di un nuovo animale in famiglia è un avvenimento bellissimo, specie se si sceglie di adottarlo in un rifugio o in canile. Ogni pet owner sa benissimo, però, che i primi giorni in cui Fido o Micio entrano nelle nostre case sono sempre piuttosto difficili e movimentati: si dorme poco, aumentano le mansioni domestiche e c’è bisogno di tempo per ambientarsi e conoscersi a vicenda.

Ecco perché, nel 2018, molte aziende americane hanno introdotto il cosiddetto “Pawternity leave”, un permesso retribuito concesso ai neo-genitori… di animali domestici! Il gioco di parole che ha dato il nome a quello che è anche noto come “Pet leave” si basa proprio sul concetto di maternità/paternità, mischiato con la parola zampa (paw in inglese).

Se noi italiani ci stupiamo di fronte a questa scelta delle aziende a stelle e strisce, vale la pena dire che dall’altra parte dell’oceano già da anni sono presenti svariate realtà lavorative pet friendly dove è possibile portare il proprio pet in ufficio ed evitare che trascorra intere giornate in solitudine. Il Pawternity leave sembra dunque la giusta conseguenza per chi aveva intrapreso questa strada qualche anno fa.

Naturalmente il Pawternity leave può essere richiesto anche in caso di emergenze, qualora il proprio pet necessiti di visite o interventi urgenti, oppure si applica anche nella triste situazione in cui un quattrozampe venga a mancare.

Tuttavia ci sono stati anche casi in cui il Pawternity leave non è stato applicato, soprattutto lontano dalla moderna New York o dai grandi centri abitati.

Un esempio noto è il caso di una ragazza texana, diventato virale su TikTok. La giovane donna aveva chiesto un permesso per elaborare il lutto per la morte del suo cane, ma il suo datore di lavoro glielo aveva negato. Disperata, la ragazza ha preferito dimettersi.

Ci sono momenti in cui le esigenze familiari, e questo include ovviamente anche gli animali domestici, diventano più importanti del lavoro. Spetta prima alle istituzioni e poi ai datori di lavoro riconoscere questi momenti, garantendo a chi ha realmente necessità di permessi per portare il cane dal veterinario o assistere un gatto in difficoltà, di farlo senza subire ripercussioni sul lavoro.

Se in altri Paesi questi diritti sono stati riconosciuti, in Italia la strada è ancora lunga, ma il traguardo non è impossibile. Chi necessita di permessi retribuiti per la cura di animali domestici può farne richiesta, forte di un precedente importante. Quello che manca è una vera e propria legge che permetta di colmare un vuoto non più accettabile.

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Quali animali ridono? Sono molti di più di quanti pensassimo

Non ridono solo scimmie e topi, ma anche mucche, cani, foche manguste e volpi… Noi, però, non riusciamo a sentire le risate di questi animali.

Anche gli animali ridono: secondo lo studio del primatologo Sasha Winkler e dell’esperto di comunicazione Greg Bryant, ricercatori della University of California (Usa), sarebbero ben 65 le specie che in determinate situazioni, come quelle di gioco o di divertimento condiviso, emettono vocalizzi del tutto simili alla risata.

Lo studio. La ricerca, pubblicata sulla rivista Bioacustics Journal, intendeva verificare l’assunto secondo il quale solo le grandi scimmie e i topi sarebbero in grado di ridere come gli umani.

I protagonisti. Passando in rassegna la letteratura prodotta sull’argomento, i due studiosi hanno invece riscontrato che sono molti di più gli “animali ridenti”: nel nuovo elenco figurano infatti mucche, cani, fochemanguste, volpi e anche uccelli, come i parrocchetti e le gazze australiane.

Risate ultrasoniche. Il problema, però, è sentire queste risate! Mentre, per esempio, gli scimpanzé emettono risate molto simili a quelle umane, altri animali sono decisamente meno udibili, essendo le loro risate vocalizzazioni ultrasoniche fuori dalla portata dell’udito umano.

FONTE

Un commissario europeo per la salute degli animali

 E’ l’ungherese Olivér Várhelyi, uomo di Orban e dell’estrema destra di Fidesz

resentando la proposta per i componenti  e gli incarichi per la nuova Commissione europea, la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato che il benessere degli animali dovrebbe essere incluso nel titolo del nuovo Commissario europeo per la salute, che quindi ora diventerebbe “per la Salute e il Benessere degli animali”

Per Animal Equality Italia, Animal Law Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Leidaa e LAV si tratta di «Un annuncio dalla valenza storica per il riconoscimento dell’importanza di questo tema e della necessità di trattarlo con maggiore trasparenza, responsabilitá e risorse. E’ inoltre positivo vedere che la competenza del benessere animale rimanga fra i compiti della Direzione Generale SANTE, garantendo quell’approccio One Health che riconosce l’interconnessione tra benessere degli animali, salute pubblica e ambiente».

Per ricoprire l’incarico di Commissario alla salute e al benessere animale la  von der Leyen ha proposto l’ungherese Olivér Várhelyi, attuale commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato e fedelissimo del premier ungherese Victor Orban e della destra di Fidesz , non certo ambientalista e animalista.

Anche se gli animalisti definiscono l’incaico dato a Várhelyi come qualcosa di storico, Telex riferisce che quando la von der Leyen lo ha annunciato è stato accolto con risatine da parte di molti europarlamentari perché si tratta di un portafoglio debole, visto che la salute è in gran parte di competenza degli Stati membri. Se gli europarlamentari gli daranno il via libera dopo le audizioni, Várhelyi dovrà realizzare «Un’Unione europea della Salute e proseguire il lavoro sul cancro e sull’assistenza sanitaria preventiva», ha detto la von der Leyen.

L’eurodeputato ungherese ) Csaba Molnár della Demokratikus Koalíció (Socialisti e Democratici), ha commentato: «Questo è il punto in cui Orbán e il suo partito hanno portato l’Ungheria. Zero influenza, uno zimbello. Al commissario ungherese verrà assegnato l’incarico meno importante. Questo incarico non esisteva nemmeno prima, è stato creato appositamente per umiliare Orbán. L’uomo di Orbán alla Commissione europea sarà un subordinato del commissario rumeno, un’indicazione del posto di Orbán in Europa».

Ma il ministro ungherese per gli affari europei, János Bóka, ha elogiato su Faceboock il lavoro di Várhelyi: «E’ grazie al successo di Várhelyi che questo (il suo precedente portafoglio) è oggi uno dei portafogli più popolari. Il fatto che l’area che ha supervisionato sarà occupata da tre commissari nella nuova Commissione è un’indicazione della sua etica lavorativa».

La realtà è che  Várhelyi è stato ritenuto non più compatibile con il precedente incarico per la politica filorussa di Orban dopo l’invasione dell’Ucraina e perché avrebbe tentato di facilitare l’adesione di Paesi vicini alla destra di Orban e di ostacolare quella di Paesi più democratici.

Ma tutte queste polemiche non sembrano interessare molto le associazioni animaliste che in un comunicato congiunto evidenziano che «La richiesta di un Commissario esplicitamente dedicato al benessere degli animali è in linea con le richieste di 310.000 cittadini, di oltre 200 parlamentari europei nel mandato 2019-24 e già oltre 100 nel presente mandato, risultati ottenuti grazie alla campagna #EUforAnimals promossa dall’associazione belga GAIA – membro attivo di Eurogroup for Animals – e a cui hanno aderito decine di associazioni in tutta l’Ue, comprese le italiane Animal Equality Italia, Animal Law Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Leidaa e LAV.  Ad oggi sono già oltre 100 i neo eletti parlamentari europei che hanno deciso di aderire alla campagna e sottolineare quindi come il nuovo Commissario sarà fondamentale per garantire la pubblicazione della a lungo promessa revisione della legislazione europea sul benessere degli animali. Il loro impegno sarà ancora cruciale nelle prossime settimane, per assicurare che questa proposta sia confermata durante le audizioni e nei voti parlamentari».

Le 7 associazioni sottolineano che «Il lavoro del nuovo Commissario responsabile per il benessere degli animali sarà anche importante per incoraggiare maggiore ambizione sul benessere animale in altri Commissari, tra cui quello del candidato per l’agricoltura e l’alimentazione che dovrebbe “dare concretezza alla relazione e alle raccomandazioni contenute nel testo finale del Dialogo Strategico sul Futuro dell’Agricoltura dell’UE”. Il report finale di quest’ultimo raccomanda esplicitamente una revisione della legislazione sul benessere degli animali entro il 2026, nonché una transizione verso sistemi senza gabbie. Ma il lavoro del nuovo Commissario includerà anche una stretta collaborazione con i suoi omologhi responsabili per la pesca, il commercio e l’ambiente, tra gli altri, per garantire che la proposta di riforma della legislazione Ue preveda elevati standard di benessere elevati per tutti gli animali in tutte le aree pertinenti».

Gli animalisti italiani concludono: «E’ davvero importante vedere che finalmente la Commissione Ue ascolta le richieste dei cittadini. Le associazioni per la protezione degli animali lavorano da anni per ottenere un Commissario per il Benessere Animale e la notizia di oggi è un segno di speranza. Invitiamo tutti i parlamentari europei ad aderire prontamente alla campagna #EUforAnimals e a sostenere questa proposta nelle audizioni e nei voti delle prossime settimane. L’inclusione del benessere animale nel titolo del nuovo Commissario garantirà che questo fondamentale tema rimanga una priorità in tutte le discussioni pertinenti: ci aspettiamo che la revisione della legislazione sul benessere degli animali sia il primo fascicolo da trattare grazie a questa fondamentale novità».

Ma, come per gli altri commissari Ue proposti, la nomina di Várhelyi è soggetta ad approvazione da parte del Parlamento europeo nelle prossime settimane e sarà difficile che gli europarlamentari siano ben disposti verso un politico di estrema destra che recentemente li ha definiti idioti.

Chiara Ciprio

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