Perché il quokka è considerato l’animale più felice del mondo?

di
SALVATORE FERRARO

Il quokka, famoso per il suo “sorriso” perenne, è un marsupiale australiano erbivoro e a rischio estinzione, minacciato anche dai comportamenti sconsiderati causati dall’essere “l’animale più felice del mondo”

Il quokka è un piccolo marsupiale australiano che viene spesso descritto come “l’animale più felice del mondo”, per via del suo caratteristico “sorriso” che sembra perennemente stampato sul suo musetto. Questo simpatico mammifero appartiene alla famiglia dei macropodidi, proprio come i canguri, ma è molto più piccolo e dalle forme più tondeggianti. I quokka sono noti per la loro apparente amichevolezza e curiosità verso gli esseri umani, tanto che molti turisti si avvicinano a loro per scattare foto e selfie mentre sorridono accanto a questi animali. Purtroppo però, la sua “fama” e questi comportamenti sconsiderati sono estremamente rischiosi per un animale selvatico, per altro a rischio, che non ha nulla per cui sorridere se continueremo a mettere a rischio il suo futuro.

Sì, il quokka (Setonix brachyurus) è un animale endemico dell’Australia e, più precisamente, lo si trova solo in poche aree specifiche del continente. Le popolazioni più numerose abitano l’isola di Rottnest, al largo della costa occidentale australiana, vicino alla città di Perth. Rottnest Island è una riserva naturale e un rifugio per molte specie protette, tra cui proprio il quokka. Piccole comunità vivono anche sull’isola di Bald e in alcune aree della terraferma dell’Australia Occidentale, ma la loro presenza è meno comune rispetto a Rottnest.

Il loro habitat preferito è costituito da boscaglie dense, zone umide e foreste di eucalipti. Vivono in ambienti dove possono trovare ombra, acqua e abbondante vegetazione, che costituisce la loro principale fonte di cibo. Tuttavia, l’habitat naturale dei quokka è molto ristretto e la loro popolazione è costantemente minacciata da predatori alieni introdotti dall’uomo come i gatti domestici rinselvatichiti e le volpi, oltre che dalla perdita di habitat dovuta alla costante espansione umana.

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