Quando e come prendersi cura della sicurezza dei propri animali in giardino

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La scelta consapevole per la sicurezza dei nostri amici a quattro zampe

Spazi adeguati e rispettosi del benessere animale

Le recinzioni per cani non solo garantiscono la sicurezza degli animali domestici, ma anche il loro benessere. L’azienda comprende l’importanza di creare spazi adeguati e rispettosi delle esigenze dei nostri amici a quattro zampe. Le recinzioni sono progettate per delimitare aree sufficientemente ampie, permettendo ai cani di muoversi liberamente, correre e giocare senza costrizioni.

Senza contare, la visibilità offerta dai pannelli consente ai proprietari di tenere d’occhio i loro animali, assicurandosi che siano al sicuro e non si trovino in situazioni di pericolo.

Avere animali domestici comporta responsabilità e impegno nel garantire la loro sicurezza e il loro benessere. Le recinzioni per cani rappresentano una soluzione eccellente per offrire ai nostri amici a quattro zampe uno spazio protetto e controllato in cui muoversi liberamente, senza compromettere la loro incolumità.

Le recinzioni per cani di Retissima si distinguono per la qualità dei materiali, la resistenza agli agenti atmosferici e la facilità di installazione e manutenzione, garantendo una lunga durata nel tempo e una notevole convenienza. L’azienda dimostra una visione responsabile e attenta alle esigenze dei clienti e dell’ambiente grazie al suo impegno verso la sostenibilità e il rispetto del benessere animale.

La redazione

FONTE

GLI ANIMALI COSA SOGNANO? SCOPERTE SORPRENDENTI SUL SONNO DEI NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE

Gianluca CobucciFONTE

Aristotele, nel lontano 350 a.C., fu il primo a notare che gli animali possono sognare. Questa osservazione rimase isolata fino alla metà del Novecento, quando la ricerca scientifica riprese vigore, spostando l’attenzione sul sonno REM (Rapid Eye Movement). Poi, negli ultimi anni, si è scoperto che anche i polpi vivono sogni lucidi.

La ricerca moderna ha confermato che gli animali non solo sognano, ma vedono cose strettamente legate alla loro vita quotidiana. Uno studio del MIT ha messo in luce come i ratti, ad esempio, sognino le esperienze vissute durante la giornata. Allenati a correre in cerchio, l’attività cerebrale dei ratti è stata monitorata, rivelando che durante il sonno REM, i modelli di attività del loro ippocampo (la regione cerebrale legata alla formazione della memoria e alla navigazione spaziale) riflettevano quelli della corsa. Non è un caso che i cani corrono mentre dormono.

Questa scoperta non solo dimostra che gli animali sognano attività quotidiane, ma suggerisce anche che, proprio come noi, utilizzano il sonno per consolidare i ricordi. Infatti, circa la metà dei cicli REM esaminati nei ratti mostrava pattern simili a quelli osservati durante la corsa, suggerendo che i ratti fantasticavano di correre, e in alcuni casi, di fermarsi.

L’importanza di questi studi va oltre la mera curiosità: offrono una prospettiva più profonda sulla vita interiore degli animali. Gli uccelli, come i piccioni, sognano di volare, evidenziando l’attività cerebrale in regioni preposte all’elaborazione visiva e al movimento. Questi risultati dimostrano che questa attività è un’esperienza condivisa nel regno animale, servendo funzioni cruciali come la rielaborazione e il consolidamento delle esperienze vissute.

Ma detto ciò: i nostri amici a quattro zampe (e non) possono fare gli incubi?

FONTE: ZMESCIENCE

Uomini sepolti con animali, una ricerca nella necropoli del seminario vescovile

I reperti sono stati analizzati da più punti di vista, da quello archeologico a quello paleogenetico, per scoprire il significato della presenza di maiali, ma anche di cani e cavalli, nelle tombe

Dallo scavo archeologico del seminario vescovile di Verona nuove quesiti e un nuovo modo di analizzare le antiche sepolture degli uomini con animali. Sono stati pubblicati ieri, 14 febbraio, su Plos One i risultati di una ricerca del progetto Celtudalps che si è concentrata sui resti di animali trovati in alcune sepolture risalenti all’Età del Ferro (tra il III e il I secolo a.C.) e presenti nel sito scaligero del seminario vescovile.

Nello scavo sono state trovate 161 sepolture e tra queste ce ne sono 16 in cui sono state rinvenute anche tracce di animali. Questi animali potevano rappresentare una sorta di offerta di cibo ai defunti. Ed infatti si tratta per lo più di animali che all’epoca e ancora oggi sono mangiati dagli uomini, come polli, bovini o maiali. Ma in quattro tombe sono stati trovati resti di animali che non venivano mangiati, come cani e cavalli. Per comprendere il significato di queste sepolture, i ricercatori hanno incrociato dati di tipo archeologico, antropologico, isotopico, paleogenetico e zooarcheologico, validando l’idoneità di una ricerca basata su più angoli interpretativi. Sono state quindi prese in considerazione la demografia, la dieta, i geni e le condizioni delle tombe in cui sono stati trovati uomini e animali.

I risultati non hanno fornito delle risposte definitive, ma hanno permesso di escludere certe ipotesi. Ad esempio, gli umani trovati nelle tombe con gli animali non sono imparentati tra loro e questo dimostrerebbe che la pratica della sepoltura con animali non era un rituale ristretto a determinate famiglie. Questi ritrovamenti sono stati poi ritenuti coerenti con altri reperti trovati in zone con tradizioni culturali transalpine. Tradizioni che potrebbero essersi mescolate con culture locali. E non è stato infine ancora possibile trovare il reale significato di queste inumazioni, che potrebbero avere un simbolismo religioso o potrebbero essere semplicemente le sepolture di umani con i loro animali da compagnia.

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I cani si ricordano di noi?

Guardando il nostro cane sarà capitato a tutti di domandarci se si ricorda di noi o semplicemente di un particolare avvenimento. In linea generale i quattro zampe sono in grado di tenere a mente episodi passati anche se ci sono dei meccanismi che rimangono ancora poco chiari. La cosa certa è che la memoria viene utilizzata dai cani anche nell’apprendimento e nell’esecuzione di determinate azioni, semplici o più complicate che siano.

Similitudini tra memoria del cane e degli uomini

Se abbiamo un cane, spesso possiamo notare come alcuni suoi comportamenti siano simili ai nostri, questo vale anche per la memoria. Come noi, i quattro zampe hanno una memoria a breve termine, che gli consente di acquisire le informazioni per un periodo di tempo limitato e quella a lungo termine che sostanzialmente dura per tutta la vita e va a formare i ricordi.

Come succede anche nel nostro caso, la capacità di memorizzare varia in base all’età e ai soggetti. Questo vuol dire non è un’attitudine da dare per scontata, ma deve essere allenata costantemente, ad esempio con giochi di attivazione mnemonica.

I cani e la memoria associativa

A prescindere dal carattere, i cani sono animali sensibili in cui le emozioni hanno un ruolo molto importante e proprio queste hanno un peso anche per quanto riguarda la memoria.

Quando un cane vive un momento di ansia o di rabbia, fa molta più fatica a ricordare, mentre quando è felice è capace di immagazzinare meglio le informazioni. Questo perché il peloso è mosso da una memoria associativa. Ad esempio non è raro che si ricordi di noi perché ci associa al gioco o al cibo. Il motivo è che lega il nostro odore a un’esperienza positiva. Lo stesso vale per le esperienze negative che vanno a creare nella sua mente un’associazione stabile.

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L’importanza dell’olfatto

Come abbiamo visto i ricordi nel cane si formano attraverso l’olfatto molto sviluppato. Il merito è tutto dei recettori presenti nel naso che possono arrivare fino a 300 milioni. Una caratteristica che gli consente di percepire gli odori molto meglio rispetto a noi, tanto che riconoscono il nostro non solo se siamo davanti a lui, ma perfino su un oggetto che abbiamo toccato. Una caratteristica unica se si pensa che i cani sono anche in grado di capire quanto tempo è passato dal nostro passaggio.

Questo significa che nel momento in cui incontriamo un peloso con cui vogliamo stabilire un legame per la prima volta, è meglio non mettere profumi o odori forti e persistenti perché potrebbero risultare eccessivi per il quatto zampe e disturbarlo.

Quanto tempo conservano la memoria di una persona?

I cani sono in grado di ricordare le persone, in particolar modo se trascorrono con loro molto tempo grazie alla memoria associativa e se c’è stata con loro un’interazione profonda.

La formazione di questo ricordo sarà indelebile nella memoria del cane, anche se non dovesse vedere la persona a lungo. Ovviamente per agevolarlo è possibile ricreare l’incontro a distanza di tempo nello stesso luogo in cui è avvenuto solitamente. Nel caso in cui un individuo e il cane abbiano avuto interazioni poco rilevanti, infine, la possibilità che il quattro zampe fatichi a ricordare sarà molto più alta.

Articolo originale su Today.it

La medicina per allungare la vita ai cani grossi: funzionerà?

I cani di grossa taglia vivono meno di quelli piccoli: una compagnia statunitense sostiene di avere un modo per invertire questa tendenza.

cani grossi vivono meno dei cani piccoli. È una regola (circa) infallibile, e che nei casi più estremi può raggiungere proporzioni altrettanto esagerate, se pensate per esempio che un alano vive dai sei agli otto anni mentre un Chihuahua può arrivare a 20. C’è però una compagnia di biotecnologie con sede a San Francisco che si chiama Loyal to Dogs e che sostiene di aver trovato una soluzione medica a questo problema: un trattamento mirato ad abbassare, nei cani di grossa taglia, il livello di un certo ormone che è legato alla crescita ma, dicono gli esperti di Loyal, anche all’aspettativa di vita. Il farmaco non è ancora in commercio, ma l’FDA (l’ente americano che si occupa tra l’altro di fornire le autorizzazioni a mettere sul mercato un prodotto) ha di recente annunciato che ci sono “ragionevoli aspettative che funzioni”, e ha dato il via libera a ulteriori sperimentazioni.

CONTROLLO ORMONALE. Come detto, il farmaco si basa su un ormone, o meglio sulla sua assenza: si chiama IGF-1 ed  è legato alla crescita e al metabolismo – i cani di grossa taglia ne hanno una concentrazione maggiore, quelli piccoli minore. L’ormone non è presente solo nei cani: in vermi, mosche e roditori, per esempio, la sua inibizione porta a un aumento dell’aspettativa di vita; per noi umani, invece, concentrazioni troppo alte o troppo basse sono direttamente collegate a un aumento della mortalità, e l’ideale è quando IGF-1 è presente in concentrazioni medie. Il trattamento in fase di  sviluppo da parte di Loyal prevede una serie di iniezioni, su base trimestrale o semestrale, con una sostanza che abbassa il  livello di IGF-1.

SPERANZE E DUBBI. Finora, i primi test hanno coinvolto 130 cani di grossa taglia, nei quali Loyal è riuscita a ridurre il livello di IGF-1 fino ai valori tipici di un cane di media taglia, e senza troppi effetti collaterali (a parte due esemplari che hanno sofferto di diarrea per un paio di giorni). Nel 2024 dovrebbe partire uno studio su numeri più importanti (almeno 1.000 esemplari), con l’obiettivo di mettere in commercio il farmaco nel 2026. Non tutti comunque sono convinti dell’efficacia del trattamento, principalmente perché non è detto che la crescita dei cani sia legata solo a un singolo ormone, come dimostra per esempio questo studio di un mese fa che identifica un altro possibile fattore, il gene ERBB4. I prossimi anni ci diranno chi ha ragione.

Gabriele Ferrari

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